Aruba

Una tavoletta arida a Nord del Venezuela, questa è Aruba: pochi chilometri quadrati, piatti e caldi 365 giorni all’anno. Una piccola isola dai forti contrasti, riviere di Hotel con troppi piani e mall americani da una parte, spiagge da sogno, parchi naturali, deserti, “montagne” dall’altra.

Chi viene ad Aruba lo fa soprattutto per il clima, ottimo 12 mesi all’anno, e per il mare. sulla costa Ovest infatti si concentrano le lunghe spiagge di sabbia fine bianca che hanno reso famosa l’isola, prima fra tutte Eagle Beach. Eagle è proprio la tipica spiaggia caraibica che appare negli immaginari collettivi, forse un po’ povera di verde e palme, ma grande, infinita, bianca e con un’acqua dai toni smeraldo, turchese ed acquamarina intensi e cangianti al sole. Solo qualche Divi Divi qua e là modellato dal vento (la pianta ormai diventata il simbolo di Aruba), con poche palme sottili, chiaramente trapiantate (le uniche piante autoctone sono Divi ed i cactus giganti) e tanti ombrelloni di paglia, che tra l’altro, ad Aruba, sono gratuiti ed a disposizione di tutti.

Divi di Eagle Beach al tramonto

Una piastrina al largo delle coste Venezuela che è stato costitutivo del Governo Olandese, i suoi abitanti la chiamano “One Happy Island” e lo scrivono ovunque, perfino sulle targhe delle auto. E come dargli torto? Pochi abitanti ma molto allegri e calorosi, 28° gradi costanti, spesso una leggera brezza rinfrescante e 365 giorni di sole, un sole che splende tutto l’anno ed una posizione geografica che schiva bellamente la rotta degli uragani.

Avendo poi metà cuore olandese e metà caraibico e venezuelano, è un bel mix di colori, culture e lingue: la lingua autoctona è difatti il Papiamento: un mix di Creolo, portoghese e spagnolo parlato anche (e solamente) nelle sorelle Curaçao e Bonaire, ma tutti parlano anche inglese.

ultima parte di Eagle Beach
Eagle Beach

Chi viene ad Aruba lo fa soprattutto per il mare e per il clima; sulla costa Ovest si concentrano le lunghe spiagge di sabbia bianca e fine che hanno reso famosa questa meta, prima fra tutte Eagle Beach. Come già detto, credo proprio che Eagle sia veramente un’icona, “la Spiaggia dei Caraibi” che ci appare nella mente in un momento di sconforto, magari durante il nostro umido inverno.

Eagle Beach
Eagle Beach

Oltre ad ombrelloni di paglia gratuiti ci sono bar e diversi piccoli parcheggi. La vegetazione come dicevo è scarsa ma i due Divi Divi che al tramonto si fanno sagome nere sono più che sufficienti per una fotografia degna di lode.  Oltre ad essere forse la più bella di Aruba, Eagle Beach è da sempre classificata fra le più belle spiagge al mondo, come controbattere… Ha un colore intenso perfino nei rari momenti di cielo grigio!

Eagle Beach prosegue poi verso Nord con Palm Beach, molto simile per bellezza se non fosse più brutto il contesto: grandi catene alberghiere che si susseguono massicce; come sempre il Signor Hilton e compagnia bella non hanno avuto il minimo tatto con Madre Natura… D’altro canto un’altissima percentuale di turisti è nord americana.

Neanche da dire che proprio questa zona è più gettonata per la vita serale: nelle luminose vie del quartiere di Palm Beach è possibile trovare di tutto: dalle piccole bancarelle di artigianato locale ai ristoranti (fra i più cari dell’isola) ai locali notturni con musica dal vivo, veramente bello il +297.

Ma per un buon piatto di pesce (anche Aragosta) ad un prezzo più che onesto, scegliete Red Fish Aruba, nei pressi del Divi Village!

Hotel di Palm Beach
Hotel di Palm Beach
Palm Beach by night
Locali a Palm Beach
Locali a Palm Beach

Proseguendo ancora più a Nord si trovano diverse calette di sabbia e ghiaia intervallate da tratti di costa rocciosi, fino ad arrivare alla bella Arashi Beach. I soliti ombrelloni di paglia liberi ed un bel barettino fanno da contorno a questa bella spiaggia. Arashi è davvero carina, mi è piaciuta molto sia per l’acqua che per il fatto che sia contornata da centinaia di cactus giganti. Dalla spiaggia si riesce inoltre a vedere il faro di Aruba. Percorrete la strada che vi conduce ad esso, ed una volta arrivati avrete una graziosa vista su Arashi Beach e su tutta la costa circostante.

Cactus giganti
Arashi
Arashi

Dal faro parte anche la strada d’accesso al versante Est dell’isola, brullo, desertico e battuto da forti correnti. E’ in questa zona che potete vedere gli altri colori di Aruba, come il rosso della sua terra ed il nero delle sue rocce.

Faro California
Faro California
vista dal faro della costa Est
il faro visto da Arashi

Sulla costa Centro Est c’è uno dei punti più fotografati dell’isola: il Natural Bridge. Un ponte di roccia naturale, una volta ve ne era uno ancora più grande che però è purtroppo crollato. Da qui si vede sullo sfondo anche la bella (e spesso mossa) Andicuri Beach, raggiungibile a piedi. In genere tutto il versante Est offre davvero tanto ad amanti del trekking e della mountain bike: ci sono diversi trail, tutti di difficoltà medio-bassa (per l’esiguo dislivello), ma con vedute meravigliose verso il mare e le colline dell’Arikok National Park, il parco naturale di Aruba che ricopre circa il 20% della sua superficie.

Rientrando da Natural Bridge, più a Nord si possono addirittura vedere i resti di Bushiribana Ruins, miniera in cui un tempo si estraeva l’oro durante la corsa all’oro di Aruba nel XIX secolo, periodo di avventurieri diretti ai Caraibi in cerca di tesori. Fu nel 1824 che ad Aruba venne scoperto l’oro e l’industria fece il suo picco, arrivando ad estrarre e lavorare più di 3 milioni di libbre di oro. E’ probabilmente da qui che è derivato il nome stesso dell’isola, un tempo chiamata “Oro Ruba” = oro rosso. Questa è una zona molto ventilata, quindi se si pianifica di fare attività meglio non dimenticarsi un giubbino anti-vento.

Bushiribana Ruins

Prendendo in considerazione l’Aruba più meridionale come non citare la strepitosa Baby Beach: una spiaggia bianca, a tratti anche leggermente rosata, con acque chiarissime, un colpo d’occhio d’impatto purtroppo rovinato da una raffineria di petrolio che spunta sullo sfondo. A Baby Beach l’acqua resta bassa per diversi metri, favorendo passaggio e visibilità di discreti banchi di pesci; qui ho fatto uno degli snorkeling più interessanti di tutta Aruba, abbiamo visto tanti Pesci Pagliaccio ed anche Carangidi di discrete dimensioni. Ci sono due baretti, uno più grande, con la musica a palla e piuttosto caro, l’altro è praticamente una baracca, offre panini economici ma gustosi secondo la maggior parte delle recensioni.

Baby Beach
Meravigliosa Baby Beach

Oranjestad è una tavolozza di colori, da una parte il centro con graziosi palazzi olandesi, dall’altra il porticciolo con yacht e hotel di lusso, addirittura casinò, locali e boutique di grandi firme.

Spesso ad Aruba si associano i flamingo; è un’associazione in parte sbagliata, perchè i flamingo ci sono sì, ma su una piccola isoletta di fronte alle coste di Oranjestad: Renaissance Island, un’isola privata che ospita un hotel di alto livello. Chi non alloggia in questo hotel, per arrivare sull’isola necessita di un pass che costa ben 99 dollari, ed include i transfer da e per l’isola, un cocktail ed una portata a pranzo oltre a lettini e ombrellone. Sull’isola ci sono poi due spiagge, una delle quali è appunto la Flamingo Beach, dove è possibile fare il bagno con questi bizzarri uccelli rosa. Credo che, ad oggi, siano in tutto 6 flamingo, che si lasciano avvicinare e fotografare abituati ormai al contatto coi turisti. Se volete fare questa escursione meglio prenotarla con anticipo, il pass si acquista proprio presso l’hotel Renaissance, che si trova di fronte al posto di Oranjestad.

Sulla Strada di rientro da Baby Beach
fauna di Aruba

Se dovesse capitarvi una delle rarissime giornate di nuvolo (come, naturalmente, è capitato a me) non disperate: l’isola è piccolina ma ci sono comunque un paio di cose da fare davvero carine. La prima è senza dubbio l’Arikok, come già anticipato prima; la seconda, certamente poco impegnativa, gratuita e suggestiva è la “scalata” alla montagna  dei 587 gradini (165m s.l.m.), il monte Hooiberg. Certo parliamo di neanche 200 metri di altezza, ma che vanno immaginati in mezzo ad una grande piana… Davvero suggestivo, la vista sull’isola è a 360°.

parte finale dei gradini di Bushiribana
parte finale dei gradini di Bushiribana
Panorama dall’ Hooiberg

Insomma un mare da favola, strutture di alto livello o semplici ma funzionali appartamenti e una natura multisfaccettata. Che dire.. Un’isola che rende tutti felici, anzi: ONE HAPPY ISLAND!

Eagle al tramonto
Eagle al tramonto
costa nei pressi di Natural Bridge
costa nei pressi di Natural Bridge
Baby Beach
Baby Beach